ORATORIO
LA PARROCCHIA DI SAN GIORGIO MARTIRE
PARROCCHIA DI SAN GIORGIO M.
Via A.Volta,6
25063 Inzino di Gardone Val Trompia (Brescia)
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SITO UFFICIALE DELLA PARROCCHIA DI SAN GIORGIO M. INZINO (BRESCIA)
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Don Gabriele Banderini | Parroco
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CONSIGLIO DELL’ORATORIO
La remota antichità della primitiva chiesa battesimale di Inzino che – come pieve di S.
Giorgio ebbe giurisdizione da Lodrino a Sarezzo – è data da un’unica e peraltro indiretta
testimonianza archeologica, che la fa risalire ad un culto paleocristiano, ossia l’epigrafe
commemorativa in latino, a mosaico, che però risulta perduta, ma che è documentata
dal Codex Mediceus: in due cerchi, uno più piccolo e l’altro più grande, sono inscritti
i nomi di quelli che sono considerati i donatori del pavimento musivo, ossia Crescenzio
e Paterna con i loro familiari (cum suis) e Crescenzio e Crescentina con i loro familiari
(cum suis) (in Corpus Inscriptionum Latinarum, V, 4917 ovvero Inscriptiones Italiae, X, V,
1141); costoro sono ritenuti i membri più ricchi della locale comunità cristiana ai quali si
attribuisce il finanziamento di duecento piedi complessivi di pavimentazione della chiesa,
come specifica l’annuario diocesano di Brescia del 2007 (p. 516); il piede equivale a cm
29,55 e quindi il pavimento finanziato corrisponde a m2 17,464.
L’iscrizione «evergetica (donazione di porzione di pavimento)», visibile nella pieve ancora
nel ’500, edita nel 1872 da Theodor Mommsen nel Corpus Inscriptionum Latinarum
(V, 4917), che Daniela Sgarzi nel 2005 data al V-VI secolo, sciogliendo le abbrevizioni
è trascrivibile così:
Crescentio
et Paterna cum
suis eg(erunt) p(edes) c(entum)
Crescentio
et Crescentina cum
suis eg(erunt) p(edes) c(entum)
Si propone la traduzione seguente: Crescenzio e Paterna con i loro familiari hanno fatto
eseguire cento piedi [di mosaico]; Crescenzio e Crescentina con i loro familiari hanno fatto
eseguire cento piedi [di mosaico].
Daniela Sgarzi sottolinea che entrambe le coppie cum suis, ossia ciascuna «con la famiglia», hanno «donato» cento piedi di mosaico, «estensione che si ritrova anche per il mosaico in S. Pietro de Dom dedicato da Maximianus e Leontius», stimato del V secolo, ossia il perduto pavimento rinvenuto nel 1603-1604 presso l’altare di S. Antonio di Padova, nel corso di lavori edili, di cento piedi.
La studiosa sostiene che l’iscrizione di Inzino era di pertinenza del «pavimento musivo»
che «proveniva dalla probabile chiesa paleocristiana precedente alla pieve − di cui non si
hanno testimonianze archeologiche − e aveva forma circolare.
Si tratta di un interessante esempio dell’evergetismo cristiano in Val Trompia.
Da notare l’uso nei cognomina maschili del suffisso -io (Crescentio), di origina celtica, al
posto del classico -us. Il cognomen Paterna trova confronto onomastico nell’iscrizione
funeraria dedicata a Coelia Paterna mater synagogae Brixianorum (Inscriptiones Italiae,
X, V, 204), personaggio importante all’interno della comunità ebraica bresciana del II-III
secolo d.C.
Per quanto riguarda l’onomastica, i tre cognomina sono di origine latina, testimoniando
così come il cristianesimo nel V-VI secolo fosse già diffuso in aree extraurbane, come la
Val Trompia».
Lo storico Giancarlo Andenna nel 1990 specificamente scrive: «A testimonianza di una
maggiore sistematicità nella creazione delle comunità rurali dei fedeli entro l’ambito del V
secolo concorrono i battisteri e le chiese, per i quali esistono dati sicuri solo per i casi di
Angera […], di S. Vincenzo di Galliano, di Castelseprio, di Inzino in Val Trompia, di Terno
d’Isola, di Incino [ora Erba] e di Riva San Vitale. […]
Per Inzino, una località della Val Trompia, la documentazione dell’antichità paleocristiana
della basilica è fornita dalle raffigurazioni del pavimento musivo, disegnate nel Codex
Mediceus durante il XVI secolo. Infatti entro clipei di mosaico erano inscritti i nomi dei
cristiani che avevano contribuito al finanziamento della pavimentazione della chiesa, cioè
i coniugi Crescenzio e Paterna e Crescenzio e Crescentina. Tale moda, molto diffusa nel
Veneto ed in Istria, è testimoniata in Lombardia solo sul pavimento della cattedrale di S.
Maria a Brescia», cioè della cattedrale di S. Maria Maggiore ossia del Duomo vecchio o
Rotonda, oltre che nel perduto pavimento di S. Pietro de Dom, l’altra cattedrale di Brescia.
STORIA DELLA PARROCCHIA DI SAN GIORGIO
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SANTUARIO DELLA MADONNA DEL CASTELLO
PARROCCHIA DI SAN GIORGIO M.
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